WILIAM COLLURA ALLA 100KM DEL PASSATORE. STORIA DI UNA GARA INDIMENTICABILE

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Ma ora prendiamoci qualche minuto per stare con William e vivere insieme il suo emozionate racconto di un’esperienza unica nel suo genere … da leggere (e correre) tutta d’un fiato! Allacciatevi le scarpe, si parte!

William Collura 48 anni, fisico asciutto tale da suscitare invidia, di quelli dove difficilmente puoi trovare qualche grammo di grasso superfluo. E non può essere altrimenti, perché Willy, come lo chiamano gli amici, ha un passatempo che lo impegna con tutte le sue energie, correre e poi ancora correre, come il protagonista del famosissimo film Forrest Gump. Nome che ha ispirato la società forlivese Corri Forrest ASD nella quale oltre che atleta, ricopre ruoli dirigenziali. Ma non solo, perché fra una scorribanda e l’altra per le vie cittadine e della campagna forlivese, William trova il tempo per dedicarsi all’insegnamento delle discipline dell’atletica ai ragazzini della Scuola di Atletica della Libertas Forlì. Un compito che condivide con un’equipe di istruttori di altissimo livello, con i quali la società biancorossa ha raggiunto livelli di valore assoluto in regione nel settore giovanile. Le trait d’union che porterà William a partecipare alla 100km del Passatore, parte da lontano perché da tempo si dedica alle corse di resistenza, che di volta in volta diventano sempre più lunghe, evidenziando una predisposizione alle così dette ultramarathon.

Ma andiamo per gradi. Cosa consiste una 100km? Facciamo qualche esempio. La distanza corrisponde più o meno alla stessa fra Forlì e Modena; in un campo di atletica sono necessari 250 giri di pista; presupponendo un passo medio di 0,75m, per coprire tale distanza ne occorrono 133.333!

I due Passatori

Quella che segue è la straordinaria storia di un’esperienza indimenticabile, affrontata con la consapevolezza che “L’ultramaratona non è una gara contro gli altri – racconta lo stesso William –  ma un viaggio dentro sé stessi un passo dopo l’altro, imparando che la fatica è temporanea, ma la soddisfazione sarà eterna. Non si tratta di quanto lontano arrivi, ma di quanto lontano osi spingerti. Ogni chilometro ci ricorda che siamo più forti di quanto crediamo. Perché il vero traguardo non è il nastro d’arrivo, ma la persona che diventiamo lungo il percorso. Lo sport non è solo salute, è libertà, è resilienza, è scoprire che i tuoi limiti sono solo un punto di partenza”. Parole dal significato profondo, che al tempo stesso assumono un valore impareggiabile, soprattutto se trasmesse alle giovani generazioni attraverso le proprie esperienze e la pratica sportiva.

Ma ora prendiamoci qualche minuto per stare con William e vivere insieme il suo emozionate racconto di un’esperienza unica nel suo genere … da leggere (e correre) tutta d’un fiato! Allacciatevi le scarpe, si parte!

Nasce un’idea folle

L’idea di partecipare alla 100km del Passatore nasce esattamente un anno fa quando ho assistito Leo, un amico di allenamenti, nei suoi ultimi 12km della celebre corsa. Ero curioso ma anche affascinato di seguire l’ultima parte di una gara così difficile da interpretare e l’ho fatto con estrema attenzione. Tuttavia i primi pensieri non sono stati particolarmente positivi: prevaleva un certo senso di sconcerto, forse di paura, e dava spazio all’impulso naturale che ti spinge a preservare la propria integrità. Ma al tempo stesso una parte di me mi spingeva a provare, a verificare fin dove sarei stato in grado di arrivare. Passano i mesi e arriva il tempo di apertura delle iscrizioni per la 100km 2025. E’ il 50° anniversario della gara, in società non si parla d’altro e in tanti decidono di farla. Ora o mai più! Mi consulto con la famiglia, amici ed esperti … si può fare e faccio una pazzia, mi iscrivo. E’ il 30 gennaio, mancano 4 mesi alla partenza. Da qui in avanti cambia tutto, il pensiero è costantemente fissato su quella data: il 24 Maggio.

William durante la 100km

La preparazione

Inizio subito la preparazione e comincio a dedicarmi alle lunghe distanze. Il battesimo è in una gara che conosco bene, la Terre di Siena Ultramarathon del 23 febbraio, una 50km fra le affascinanti campagne Senesi, che concludo con un ottimo crono e al 10° posto assoluto. Comincia a prendere sempre più corpo la sensazione che posso farcela.

Dopo un mese di preparazione decido di percorrere un ulteriore step di avvicinamento alla 100km, partecipando al “Trittico di Romagna”, un evento molto conosciuto in regione: una serie di tre gare podistiche che si svolgono in diverse località romagnole, fra le quali in maggio la 100km del Passatore. Si inizia il 6 aprile col primo appuntamento agonistico, la Maratona del Lamone e in seguito la 50km di Romagna con partenza e arrivo a Castel Bolognese, ottenendo in entrambe le gare incoraggianti risultati.

Ultimo mese prima della 100

Dal 25 aprile al 24 maggio la preparazione diventa più incalzante. le uscite del weekend diventano sempre più tecniche, provo materiali, gel, integratori e ogni dettaglio che poi sarà quello definitivo per affrontare una gara che durerà almeno 10 ore. Due settimane prima della 100km decido collaudare lo stato di forma psico-fisica nel  il cosiddetto “Lunghissimo” di 65 km con 1200 m di dislivello (il passatore ne ha quasi 1400). I saliscendi  del percorso sono una spina nel fianco, che sommati a una carenza della giusta idratazione, mi creano qualche problema. Ma ne faccio tesoro per l’approssimarsi della grande corsa e per tutta la settimana seguente mi carico di km. Sono esausto ma contento, la mia testa mi dice che ho fatto tutto il possibile. Sono pronto.

Manca una settimana e il programma prevede un periodo di “scarico”, una sorta di riposo attivo durante il quale le batterie si ricaricano … ma la tensione pre-gara si accentua e la paura aumenta.

La gara

La gara parte veloce. Cerco comunque di tenere un ritmo confort, che ho già ampiamente testato nelle precedenti gare. I primi chilometri passano velocemente, primo obiettivo il paese di Ronta, dove al 38°km mi aspetta Andrea che sarà il mio angelo custode per tutta la gara. Vederlo è un’emozione che mi rasserena e mi dà la sicurezza necessaria per affrontare il primo vero ostacolo della corsa: la lunga salita del Passo della Colla. Nella mia testa si fa largo l’idea di concedermi un po’ di camminata per non disperdere energie preziose da riservare alla salita del colle. Ma le gambe reclamano fiducia, funzionano bene e il ritmo è costante. Niente camminata e via di corsa fino in vetta dove mi aspetta il secondo obiettivo: il 48°km. Inizia la discesa, si scende verso Marradi e nei paesini che si attraversano è festa. I bambini ti incitano, ti chiedono un “cinque” e ti riempiono di gioia. Un vero toccasana per gli atleti impegnati a raggiungere il 2/3 di gara di Marradi. Lo è anche per me e mi sento un eroe! Il passo è costante, mi sento bene e so di essere tra i primi 100, tant’è che mi chiedo se sto andando troppo forte e quale pena dovrò scontare nei successivi chilometri di gara.

L’attesissimo momento: William insieme all’amico Leo tagliano l’agognato traguardo della 100km

La gara del Passatore inizia a Marradi, dice il saggio. Questo ritornello mi rimbalza nella mente col ritmo incalzante. Infatti di lì a poco arriva il buio, poi il fresco, siamo solo io e il mio accompagnatore che mi incita costantemente e ad ogni km mi ricorda di bere mangiare. Non mi sono mai spinto oltre tali distanze, per me è tutto nuovo, un mondo inesplorato e attendo con ansia il passaggio da un ristoro all’altro. Si ripetono ogni 5 km,  per me sono piccoli obbiettivi, prima 70, poi 75, e 80. Sono stanco ma continuo a correre. Penso continuamente alla mia famiglia che mi aspetta al traguardo, insieme ai miei amici, ai colleghi, ai i “miei” bambini dei corsi.

Conto i km, forse anche i metri, perché non vedo l’ora di arrivare a Brisighella che rappresenta un traguardo importante. Se mai dovessi cedere mancherebbero “solo” 10 km all’arrivo e potrei terminare la corsa camminando … ma mancano ancora 8km e sembra lontanissima. Continuo a correre, mi fanno male le gambe, un ginocchio, i piedi e le spalle. Cominciano le crisi di stanchezza che fortunatamente durano poco. Sono concentrato sul prossimo obiettivo dei 90km che raggiungo quasi incredulo e mi sorprendo a pensare fin dove sono arrivato. Il ritmo della corsa si è abbassato, non si vedono altri corridori né davanti né dietro, tantomeno della mia squadra. Raggiungo il 95°km, mi sembra passata un’ eternità e mi fermo al  ristoro, bevo, riparto, la solita routine degli ormai 19 ristori alle spalle. Ma ecco che alle mie spalle sopraggiunge quasi come un treno l’amico e compagno di squadra Leo, alla sua terza 100km. Non voglio perdere questo treno, mi accodo a lui e non mi sembra vero dopo tanti km. Pensavo di essere allo strenuo delle forze, Leo è in gran forma e corre con un ritmo esagerato. Ma non mollo e le gambe spinte dall’orgoglio riprendono vitalità, girano e spingono. Mancano pochi km, Faenza è alle porte e di giocarci il piazzamento con un rush finale non se ne parla, basta uno sguardo per decidere di rallentare e goderci questi ultimi istanti di una gara fantastica a tratti drammatica, ma indimenticabile iniziata 9 ore prima. Come indimenticabile sarà l’arrivo con l’ingresso trionfale nella Piazza del Popolo. Piango di gioia. Io e Leo tagliamo il traguardo con le braccia alzate e fermiamo il crono ad un fantastico 9 ore e 11 minuti,  che vale il 58° posto assoluto su più di 3000 partecipanti, 8° nella categoria M45 su oltre 300 iscritti.

Una gioia immensa difficile da raccontare è stata l’abbraccio con mia moglie Isabella e mio figlio Diario. E’ qualcosa che non scorderò mai, poi gli amici Berto e Sfregola che sono lì ad applaudirmi insieme a tanti altri. Mi commuovo nuovamente. Sono esausto ma appagato dell’impresa che solo qualche mese fa sembrava impossibile. A casa ad aspettarmi la mia piccola Agata con una torta gigante con scritto “100 KM  EROE”.

Primo piano meritatissimo per Willy … senza barbone … dall’aspetto un tantino più rassicurante

Articolo in fase di pubblicazione nei siti e giornali locali.

Alle ore 11,30 è stato pubblicato da Romagna Notizie e Forlì Notizie